mercoledì 20 giugno 2012

La questione mediorientale

Quando diversi anni fa iniziai a seguire il fenomeno, è vero che lo conoscevo abbastanza, ma solo attraverso la cosiddetta carta stampata e più in generale per mezzo dei media nazionali (telegiornali, approfondimenti, documentari, eccetera). Insomma (così come mi ha definito un amico Musulmano profondo conoscitore dell’Islam) dapprima un appassionato della materia, in seguito un cultore esperto della stessa. Detto da lui mi lusinga. Quando la svolta? Sicuramente non appena incominciai a studiare taluni testi specifici (Corano in testa) scritti da autorevoli autori di indiscussa fama internazionale: europei, americani e arabi; ma anche attraverso tutta una serie di testimonianze da me raccolte da donne e uomini di religione musulmana di varie etnie che ho avuto la fortuna di conoscere nel tempo. Una fortuna non per tutti, ma che auguro a tanti di vivere, perché solo attraverso la conoscenza è possibile realmente di cogliere ciò che c’è di positivo nelle persone profondamente diverse da noi stesse per religione, razza, cultura ed esperienze di vita. Da questi punti di partenza l’idea di intraprendere un ambizioso progetto, quello concernente lo studio dei fenomeni politico-sociali del Medioriente soprattutto connessi all’appartenenza religiosa, nonché alla variante integralista della stessa, cioè al concetto di Guerra Santa (Jihad) così come erroneamente concepito da taluni fanatici religiosi e soprattutto se è possibile per i prossimi anni a venire una pacifica convivenza tra popoli professanti religioni per certi versi diametralmente opposte.