venerdì 8 giugno 2012

Tra il vero e l’inverosimile

Il collaboratore di giustizia che ha permesso alla Procura di Caltanissetta di aprire un nuovo filone di indagini sulla strage di via D'Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta, conferma di aver procurato la Fiat 126 usata come autobomba, ma non sapendo in realtà a cosa sarebbe servita. Lo capì e collegò i fatti quella tragica domenica del 19 luglio del 1992 quando apprese dai telegiornali dell’attentato. La ricostruzione è stata fornita dal pentito nel corso dell’incidente probatorio davanti al Gip di Caltanissetta, nell’aula di Rebibbia a Roma. Questo è quanto lui riferisce, francamente mi sento di poter dire che come strategia difensiva diretta a tentare di attenuare la propria posizione processuale sta pure in piedi, viceversa, relativamente ad altro, ho qualche dubbio.