martedì 11 settembre 2012

L’ANM contro Ingroia

Non ci sono dubbi, secondo il Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, l'invito partito dall'inquirente palermitano Antonio Ingroia a cambiare la classe dirigente del Paese appanna in qualche misura l'imparzialità della magistratura poiché ha fatto un’affermazione puramente politica. Lo stesso, dicasi per il collega Nino Di Matteo, i quali entrambi avrebbero dovuto dissociarsi dal plateale dissenso manifestato dai presenti alla Festa del Fatto Quotidiano nei confronti del capo dello Stato, tenutasi pochi giorni fa a Marina di Pietrasanta. Il Presidente ANM Rodolfo Sabelli, in sostanza rileva che tutti i magistrati, soprattutto quelli che svolgono indagini particolarmente delicate, devono astenersi da comportamenti che possono offuscare la loro immagine d’imparzialità, vale a dire da comportamenti politici. Con il suo invito a cambiare la classe dirigente del Paese Ingroia si è spinto a fare un’affermazione che ha oggettivamente un contenuto politico, con il rischio così di appannare la sua immagine d’imparzialità. Ancora peggio, prosegue Sabelli, hanno sbagliato i due PM ad assistere in silenzio alla plateale manifestazione di dissenso nei confronti del Capo dello Stato, infatti, in una tale situazione, un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi, al fine di evitare sovraesposizioni e a non mostrarsi sensibile al consenso di piazza. Difficile dare torto al richiamo del Presidente Sabelli, tuttavia, lo status quo è assai confusionario e ricco di legittime motivazioni da pretendere il totale rinnovamento della classe dirigente del nostro Paese, che rimane altrettanto difficile non condividere e supportare il coraggio di esporsi che hanno avuto i due magistrati palermitani.