mercoledì 16 gennaio 2013

Conflitto di attribuzione

Trattativa Stato-mafia. Depositate le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale relativa al conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato in merito alle intercettazioni telefoniche che hanno visto coinvolto, seppur casualmente e indirettamente, anche il Presidente della Repubblica. Secondo i giudici delle leggi: “[…] Il Presidente della Repubblica deve poter contare sulla riservatezza assoluta delle proprie comunicazioni, non in rapporto ad una specifica funzione, ma per l’efficace esercizio di tutte. Anche le funzioni che implicano decisioni molto incisive, che si concretizzano in solenni atti formali, come lo scioglimento anticipato delle assemblee legislative […] Le stesse considerazioni è possibile fare a proposito dei contatti necessari per un efficace svolgimento del ruolo di Presidente del Consiglio superiore della magistratura, che non si riduce ai discorsi ufficiali in occasione delle sedute solenni di quest’organo o alla firma dei provvedimenti dallo stesso deliberati, ma implica la conoscenza di specifiche situazioni e particolari problemi, che attengono all’esercizio della giurisdizione a tutti i livelli, senza ovviamente alcuna interferenza con il merito degli orientamenti, processuali e sostanziali, dei giudici nell’esercizio delle loro funzioni […] Dagli esempi testé prospettati si può dedurre in quale misura, nel campo delle prerogative costituzionali, vengano in rilievo le esigenze intrinseche del sistema, che non sempre sono enunciate dalla Costituzione in norme esplicite, e che risultano peraltro del tutto evidenti, se si adotta un punto di vista sensibile alla tenuta dell’equilibrio tra i poteri” (cfr. Sentenza n. 1/2013; Udienza Pubblica del 04/12/2012; Decisione del 04/12/2012; Deposito del 15/01/2013).