Raccontare Palermo

CaselliGiancarlo Caselli racconta la Procura di Palermo nel periodo da lui guidata. «Dai successi contro la mafia all’alt della politica. Alla vigilia delle nomine del Csm, il pm del caso Andreotti racconta la Procura più dura d’Italia. Le difficoltà sono diventate choc e tempesta con le stragi del 1992. Poi vent’anni di alterne vicende. Oggi, di nuovo una situazione “difficile” per un concorso di fattori, a partire dal processo sulla “Trattativa”, con un intreccio - nel capo d’accusa - mai visto prima, fra boss, uomini politici e ufficiali del Ros. […] Appena misi piede a Palermo venne arrestato Salvatore Riina. Avevo partecipato all’organizzazione della sua cattura negli ultimi miei giorni a Torino. I carabinieri di questa città mi avevano avvertito che un mafioso disposto a collaborare (Balduccio di Maggio) sapeva qualcosa di Riina. Avevo subito coinvolto il Ros di Palermo e informato, perché seguisse l’operazione, il collega Aliquò di quella Procura. Di Maggio non mentiva, e riuscì a fornire l’ultimo decisivo nodo alla rete che il capitano “Ultimo” aveva già steso intorno a Riina. Purtroppo la soddisfazione di tutti per questo successo fu rovinata dal fatto che i carabinieri del Ros (persino “Ultimo”, autore materiale della cattura) insistettero perché la perquisizione già decisa dalla procura non si svolgesse immediatamente, in modo da poter realizzare operazioni di vasta portata già programmate. Così venne deciso, nella certezza che il “covo” sarebbe stato tenuto sotto costante osservazione. Invece, senza mai avvertirci, non fu disposta alcuna sorveglianza». L’Espresso del 19 settembre 2014