domenica 10 maggio 2015

Riflessioni politiche

ElezioniÈ periodo di campagna elettorale, credo dunque che qualche breve riflessione sul concetto di voto segreto e comunicazione politica ci stia bene.


L’articolo 48, comma 2 della Costituzione stabilisce che «Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico». È evidente, almeno dal mio punto di vista, come i costituenti con tale disposizione hanno voluto conferire un valore aggiunto al concetto di libertà e diritto di voto, attraverso appunto la sua segretezza, cioè senza essere indotti, se non addirittura costretti, in una direzione per eventualmente subire poi ritorsioni proprio per non aver adempiuto la richiesta o imposizione di preferenza.


È altrettanto evidente come per voto segreto s’intende l’assoluta impossibilità e dunque divieto di risalire all'elettore attraverso la scheda elettorale, e non che quest’ultimo non sia libero di comunicare a terzi la propria scelta. Credo tuttavia che in questo senso lo sforzo maggiore, e se si preferisca anche la scaltrezza del potenziale eletto, cioè del candidato, è quello di non rimanere vittima di condizionamenti legati a tali dinamiche. Ciò significa, sempre dal mio conto, che il candidato deve orientarsi e perciò ragionare con la propria testa e non sulla base di considerazioni, valutazioni o analisi altrui, perché se si finisce per sbagliare, meglio farlo da se piuttosto che indotti da esperti presunti.


A questo vorrei aggiungere che il candidato ha una sorta di dovere relazionale verso tutti, anche con chi manifesta opinioni contrarie alle proprie, a differenza dell’elettore che ne ha la mera facoltà, ma spesso, purtroppo, il preconcetto prevale sulla razionalità.


Termino andando a memoria, se non ricordo male, fu Piero Calamandrei ad affermare che affinché vi sia democrazia, occorre che il voto di ogni cittadino abbia lo stesso peso.