lunedì 25 aprile 2016

Corruzione virulenta

In tema di criminalità, secondo un recente studio compiuto da alcune ricercatrici dell’Università di Torino, sembra che il nostro Paese è classificato come fra i primi in Europa a rischio corruzione. Soprattutto per quanto riguarda gli appalti pubblici, dove tale situazione sta creando nuove e prolifere opportunità per gli affari criminali.

Invece, su proporzione mondiale, la posizione italiana non è poi tanto migliore. Difatti, dall'associazione “Transparency International Italia”, che si occupa della lotta alla corruzione in un'ottica internazionale, attraverso un articolo pubblicato da Repubblica il 27 gennaio 2016, in proposito si afferma: «L’Italia ha un serio problema con la corruzione nel suo settore pubblico e, nonostante faccia qualche passo avanti e con il massimo rispetto per tutti, deve ancora guardare da dietro Paesi come Oman, Romania, Grecia, Ghana, Cuba o Kuwait».

Solo per portare un esempio “caldo”, cioè recente, è notizia di alcuni provvedimenti cautelari eseguiti dalla Guardia di Finanza di Roma per ipotesi di reato di corruzione, atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, autoriciclaggio, favoreggiamento personale e truffa; nell'inchiesta avviata lo scorso ottobre su mazzette pagate da imprenditori a funzionari della società che gestisce la rete stradale: l’ente ANAS. E tra gli indagati, manco a dirlo, anche politici. Continua a leggere

L’ambiguità mediatica

Siano pubbliche o private, piuttosto che locali oppure nazionali, le televisioni anziché differenziarsi sembrano invece aver scelto, e dunque costantemente percorrere, una strada comune, perfino identica, se vogliamo.

Diciamo pure che abbiamo a che fare con contenitori di un qualcosa di difficilmente spiegabile dal punto di vista razionale, razionalità che a me piace qui intendere come quel processo cognitivo conscio finalizzato a portare un beneficio comune: alla collettività, tanto per intenderci.

Ogni giorno, i media in generale, ci propinano un tutto – cioè un contenitore – pieno di niente, del quale siamo in qualche misura costretti a nutrirci salvo che non si intenda restare estranei a ciò che ci circonda, anche se quello che ci circonda è un qualcosa di non meglio identificato, e nel quale contenitore da me inteso come vuoto risultano oramai del tutto disattese sia le parole quanto i significati alle stesse fin da sempre attribuiti. Continua a leggere

Le insidie dei social

Corriere della Sera. [Il motivo di tanta improvvisa notorietà è racchiuso in uno scambio di messaggi via Facebook. «Ma è davvero così bello?», le chiede l’amica. «Sì». «Ti sei rifatta gli occhi?». «Sì». «È tanta roba anche se acciaccato e in pigiama». Parole leggere ed esplosive al tempo stesso. Perché la conversazione è fatalmente finita sulla scrivania del procuratore di Imperia].

Tuttavia. [Secondo i più maliziosi la verità è però un’altra e andrebbe oltre il caso Garko. Cioè dietro la piccola battaglia dell’indagine sarebbe in corso una guerra di potere].

giovedì 21 aprile 2016

Processo Ciancimino

Radio Radicale. Registrazione audio dell’udienza al processo a Massimo Ciancimino, accusato di calunnia aggravata, tenutasi lunedì 1 febbraio 2016 a Caltanissetta. Escussione del teste Giovanni De Gennaro, ai più conosciuto con il nome di Gianni, ex Capo della Polizia. Il Prefetto De Gennaro, a domanda specifica, ricostruisce, tra l’altro, quando nel 1984 fu incaricato dalla Direzione centrale della polizia criminale di recarsi in Brasile per prelevare Tommaso Buscetta, dove nel frattempo il tribunale supremo brasiliano aveva stabilito l’estradizione di colui che di lì a qualche giorno incominciò a riferire ai magistrati italiani, in particolare al giudice Giovanni Falcone, l’organigramma e funzionamento delle cosche mafiose, con tanto di indicazione dei nomi dei politici che in qualche modo egli riteneva collusi con la mafia.

martedì 19 aprile 2016

Processo trattativa

Radio Radicale. Processo trattativa stato-mafia, udienza del 14 aprile 2016, si è concluso l’esame da parte dei pubblici ministeri Di Matteo, Del Bene e Tartaglia, nei confronti del teste e imputato Massimo Ciancimino.

martedì 12 aprile 2016

Intrighi internazionali

Caso Abu Omar. Ex diplomatica e ufficiale della Cia solleva perplessità e racconta il livello politico che si nascondeva dietro il rapimento. Lo scorso febbraio la Corte europea dei diritti dell’uomo ha accolto il ricorso presentato dai legali di Abu Omar, riconoscendo la responsabilità dello Stato italiano: «Fino ad oggi nessuno ha ammesso ufficialmente che questa rendition sia accaduta e non ammettono che in Italia vi sia stato un processo. E’ incredibile, ma è così. Per gli Usa semplicemente il caso non esiste. Mentre la corte di Strasburgo ha dato un grande schiaffo all'Italia con la sentenza, gli Stati Uniti semplicemente “non confermano né smentiscono” che il caso sia esistito».

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domenica 10 aprile 2016

Commissione parlamentare

Commissione parlamentare d'inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.


Audizione di Emidio Biancone (autista del capo della DIGOS della Capitale, Domenico Spinella ai tempi del sequestro Moro).